Al posto dei puntini preferite un punto interrogativo o uno esclamativo?

In ogni caso non potremmo titolare diversamente.
Perché Nicola Sanna ha vinto le primarie senza possibilità d’interpretazione sui dati puri.

Certo, si potrebbe fare un’analisi sociale sui risultati: che sono sorprendenti già in partenza: un quarto abbondante di tutti gli aventi diritto si è presentato alle urne. E non solo quelli vicini al PD, alla sinistra cittadina, ai candidati. Anche altri.
Cittadini che hanno capito l’importanza di una prova pre-elettorale determinante per il futuro della nostra città.
E sono stati ancor più di quelli di una settimana fa.
Ma se fosse vero, come dicono certi scocciatori, che tutti voti di Monica Spanedda e Gianni Carbini sono andati a Nicola Sanna, questi avrebbe vinto con migliaia di voti di scarto su Angela Mameli.
Ma non è accaduto. E questo vuol dire una cosa importante: la scelta di voto è stata davvero pensata, ponderata e democratica. Qualcuno che al primo turno ha votato Carbini e Spanedda, non ha poi votato il candidato da loro indicato e supportato.
E va benissimo. Questo è un ottimo segnale; perché rivela un elettorato libero da vincoli e imposizioni. Mai imposte dai suddetti, sia chiaro. Così come un autentico elettorato dovrebbe fare, sempre. La sinistra a Sassari… c’è.
In verità, da subito, su queste primarie ha cominciato ad incombere un grande spettro: quello di coloro i quali ne han detto di cotte e di crude.

Non trovando niente nel codice penale, nei comportamenti personali, niente di torbido nel privato o distorto nelle attitudini dei cinque candidati, i batman dei poveri hanno provato a metterli uno contro l’altro. Tentativo vano.

Poi, quando i finalisti sono diventati Sanna e Mameli, hanno cominciato ad accusare Carbini e Spanedda di tradimento. Ma Gianni e Monica sono stati sinceri dal primo minuto: ora appoggiamo Nicola Sanna, e ci mettiamo la faccia – hanno detto. Non hanno mai tramato, cospirato o insinuato. Nessun tradimento. Ci sono addirittura delle foto che li ritraggono insieme, non si tratta di un fotomontaggio.
Altrimenti i maldicenti avrebbero potuto dire molto prima, al più votato in Sardegna, al sindaco uscente, al presidente del consiglio regionale (Gianfranco Ganau, ndr) che era lui il traditore del PD.
E c’è qualcuno che lo ha proprio fatto.
Queste buffonate le lasciamo a chi ha voglia di polemizzare, di seminare zizzania, di incrinare i rapporti di una sinistra che a Sassari lavora, non si perde in chiacchiere. Non si tratta di tradimenti, si tratta di schiettezza.
Sto con Angela – ha detto Ganau.
Ma la maldicenza ha insistito, battendo la lingua sul tamburo, neanche urlando allo scandalo, ha preferito sussurrarlo, nel tentativo di sporcare la procedura ancor prima che i risultati. Ancora una volta queste stupide polemiche non hanno attecchito. Perché Sassari ragiona. Perché Sassari decide. Perché Sassari vota, non delega la propria cultura.

Ma resta il fatto che ora c’è una nuova corrente – dicono i più insistenti, quelli che proprio vogliono rompere le balle – è la corrente elettrica di Mameli/Ganau/Demontis/Meloni…
Per fortuna non si tratta di un mondo lontano da Nicola Sanna, che farà le sue scelte liberamente, da uomo di partito, da persona onesta, capace… e oggi anche vincente.
Restano 50 voti. Quei 50 voti, (ma potrebbe essere anche uno), che lo separano da Angela Mameli, e che dicono una sola cosa: il candidato sindaco del PD è Nicola Sanna. Punto. Le chiacchiere valgono meno di zero. Aspettiamo che si ricontino tutte le schede? La sostanza non cambia, cambierebbe solo il nome. Ma si atterrerebbe comunque su un territorio di assoluta onestà.

Se poi c’è qualcuno che vuole rimestare nel marcio, lo faccia a casa sua, ogni commento in questa direzione è inopportuno.
Certo, c’è facebook, ma quelle miserie mentali restano qualcosa di astratto di fronte a un PD che ha dato una lezione di democrazia esemplare. Qualcuno avrà ancora da ridire, ne siamo certi. Restano i fatti, la storia, la lezione di democrazia.
E non sono certo i coerenti indipendentisti, gli ottimisti pentastellati o i sinistri destrorsi che fanno paura al PD cittadino.
Sono gli estremisti, i polemisti dell’ultim’ora, i terroristi senza ideologia. Gente senza storia.

Anche l’anarchia aveva una base, una volta.
Ora c’è solo invidia: la forma più distorta ma sincera di ammirazione.

Luca Losito

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