Mi rivolgo ai miei due affezionati amici lettori per proporre la mia opinione in merito al drammatico esito delle elezioni politiche del 4 marzo. Mi piacerebbe anche conoscere la loro opinione riguardante la possibile soluzione per la composizione del prossimo governo nazionale.

Prima però di esprimere la mia idea in merito alla formazione del prossimo governo, vorrei consigliare al prossimo governo di non scegliere più il giorno 4 del mese per le future consultazioni elettorali. Il 4 dicembre e il 4 marzo sono stati infatti giorni infausti sia per Matteo Renzi sia per tutti coloro che lo hanno sostenuto. Il sottoscritto, che in passato si è dichiarato repubblicano renziano, oggi non ha cambiato idea, nonostante alcuni risultati negativi raggiunti da Renzi. Il sottoscritto continua a essere un suo sostenitore nonostante gli avesse consigliato maggiore umiltà e minore supponenza. Credo comunque che dovrò trovarmi presto un altro leader da sostenere, probabilmente Calenda, mi piace assai. Sono certo che Renzi, con le dimissioni anche da segretario, abbia concluso la sua ascesa politica. Salita che lo ha visto prima vincitore delle primarie, poi segretario del suo partito, di seguito presidente del Consiglio e ora…“signor nessuno!”.

A dispetto di quanto asseriscono tutti i mass media, nessuno escluso, mi permetto di dissentire categoricamente dalla loro analisi in merito di chi abbia vinto e di chi abbia perso in questa tornata elettorale. I giornali raccontano ai loro lettori che i veri vincitori sono il movimento cinquestelle e la Lega Nord, e i perdenti il PD e Forza Italia. Asseriscono, invero, che hanno vinto Di Maio, Salvini e non il Centro destra; e ha perso Renzi e non il Centro sinistra.
Perché i mass media continuano a personalizzare i partiti? Non aiutano, con queste personalizzazioni, a mio parere, il governo del Paese! Analizziamo invece i risultati dal punto di vista puramente numerico: é vero, i grillini sono il partito più votato dagli elettori avendo raggiunto il 32,4% (media aritmetica fra Camera e Senato), il PD il secondo partito avendo raggiunto il 18,9% e la Lega, che con il 17,45% risulta essere il 3° partito più votato. FI, che ha preso il 14,2%, dei voti risulta essere quindi, evidentemente, il 4° partito. Tutti gli altri partiti hanno raggiunto percentuali ad una sola cifra: Fratelli d’Italia 4,3%, Liberi e Uguali 3,3%, Più Europa 2,5% e gli altri addirittura al disotto dello zero virgola qualcosa!

Il Paese il 5 marzo si è svegliato, non bipolare o tripolare, come affermano i media, ma quadripolare!
Qui parlano i numeri, non è la mia opinione: Il PD, Lega e FI differiscono infatti fra di loro in percentuale minime, fra circa il 19% del PD e poco più del 14%. di FI. Oggettivamente quindi il PD risulta essere il secondo partito, la Lega terzo e FI quarto partito.

Per quale motivo si continua a sostenere che il Centro Destra ha vinto e il Centro sinistra ha perso? Ma le differenze di programma, vedi l’europeismo di Berlusconi e l’antieuropeismo di Salvini per esempio, senza parlare della flat tax di Berlusconi al 23% e quella di Salvini al 15%, non sono differenze che prima o poi avranno il loro peso e, secondo il mio parere prima o poi esploderanno
con divisioni e rimescolamenti, sia nella composizione dei governi interni ai partiti, sia fuori? Il passato docet: ricordate Fini, Casini e compagnia cantanti? Anche la coalizione del centro sinistra, per chi non ha la memoria corta, ricorda come l’Italia dei Valori sia uscita dal CSX, prima per correre da sola, poi per scomparire! Prima di guardare alle coalizioni penso che sia più concreto guardare ai voti ottenuti da ciascuna forza politica.

Se le considerazioni in merito ai risultati elettorali sono condivisibili ritengo che le presidenze delle due camere debbano essere assegnate, democraticamente, ai partiti che abbiano conseguito il maggior numero dei voti. La presidenza del Senato, seconda carica dello stato, al M5S e la Presidenza della Camera, terza carica dello stato, al PD. Ricordo, per amore di verità, che in passato, partiti di governo e di opposizione si accordavano quasi sempre per segnalare ciascuno un presidente proveniente dalla propria coalizione. Il caso di Spadolini, segretario del PRI, con il 5% dei voti, primo Presidente laico del Consiglio dei Ministri, dopo tanti governi democristiani, eletto successivamente presidente del Senato, è un caso eclatante ed è da considerasi unico nel panorama politico italiano di questi ultimi 70 anni. La statura morale, culturale e politica di Giovanni Spadolini non è stata mai messa in discussione da nessuna forza politica. I Repubblicani superstiti, ma non solo loro, continuano a ricordare orgogliosamente la figura del grande Statista Italiano che, insieme a tanti altri uomini politici repubblicani come Ugo La Malfa, Visentini, e Luigi Compagna, ha segnato la Storia della giovane Repubblica Italiana.

La scacchiera è ora nelle mani del Presidente Mattarella e i giocatori dei quattro partiti non credo anelino ad andare subito al governo. Il potere logora chi ce l’ha e non, a differenza di quello che diceva Andreotti “il potere logora chi non ce l’ha”. I Cinquestelle e la Lega difficilmente potrebbero, infatti, attuare tutto ciò che hanno promesso in campagna elettorale e il PD
ha finalmente scoperto, con la riduzione del consenso, quanto sia stato difficile governare nella passata legislatura. FI, con la consolidata e stuccata faccia di culo di Berlusconi, sa che ormai non ha più nulla da perdere e ostenta indifferenza. Mattarella inizierà quindi le consultazioni con la certezza che nessuno sarà in grado di assicurare o proporre una maggioranza utile per governare.

Falliti i tentativi di esplorazione di qualche emerito, forse anche scafato personaggio politico, si dovrà tornare a votare. Se poi le consultazioni dovessero durare molto a lungo e i mercati, già in fibrillazione, dovessero esplodere e arrivare oltre i 500 punti di spread come nel 2011, il ricorso alle urne diventerebbe inevitabile. Ricordo quando il Paese fu salvato in extremis da Monti e dalla
Fornero dopo la cacciata internazionale di Berlusconi. Forse sarà difficile che i deputati siano d’accordo per chiudere anzitempo la legislatura, ma sono certo che Mattarella sarà costretto a proporre al parlamento, con il contributo dei maggiori partiti, un accordo per la formazione di un governo di scopo al fine di formulare un’altra legge elettorale prima di tornare alle urne!

La partita a scacchi è iniziata e Di Maio ha già fatto la sua prima mossa “Il governo senza di noi è un insulto alla democrazia”. Di Maio si è reso conto che nessuno vuole appoggiare il suo tentativo di formare il governo. Del resto, come si fa ad appoggiare un governo dei pentastellati dopo che questi hanno deciso, prima delle elezioni, di occupare, con nomi e cognomi, tutte le poltrone dei
ministeri? E’ consapevole, altresì, che se si dovesse tornare a votare con la stessa legge elettorale, il M5S potrebbe raggiungere e superare il 40% dei voti e il premio di maggioranza le consentirebbe quindi di governare da solo. Credo che questa sia la seconda mossa che il M5S si appresterebbe a fare. Se si volesse bloccare questa eventualità solo il PD potrebbe, con il grande senso di
responsabilità che lo contraddistingue, consentire la formazione del governo pentastellato, fornendo loro i voti necessari per governare. Verrebbe meno l’alibi che il M5S sta tentando di costruirsi con le sue ultime mosse. Naturalmente nelle trattative fra PD e 5S si dovrebbe discutere di un minimo di programma da attuare compreso quello da non fare, per esempio il referendum per l’uscita dall’EU. L’accordo sui programmi dovrebbe durare almeno un anno prima di proseguire o interrompere l’accordo fra M5S e PD. Concordo infine con il tweet di Gianfranco Pasquino, ripreso da Aldo Grasso, editorialista del Corriere della Sera domenica 11 marzo: “Una sconfitta referendaria, una batosta elettorale, adesso l’eversione. Rifiutarsi di fare un governo nel Parlamento di una democrazia parlamentare, è non solo ignoranza ma protervia nei confronti dei cittadini elettori” .

Penso che tutte le posizioni siano rispettabili e plausibili e abbiano diritto di cittadinanza. L’appoggio esterno del PD al governo cinquestelle sarebbe, a mio modesto avviso, la mossa che metterebbe sotto scacco proprio il M5S, preludio allo scacco matto fra un anno. E chi vivrà vedrà!

Giuseppe Losito

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