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Lìberos presenta: SUPER! di e con Alessandro Lanza
in dialogo con Cristina Nadotti

L’energia ha rappresentato il motore dell’Italia moderna, segnandone il percorso economico e politico. Dalle prime esplorazioni petrolifere all’ascesa delle grandi aziende nazionali, passando per le nazionalizzazioni degli anni Sessanta e le crisi di mercato, il settore energetico si è intrecciato con gli equilibri internazionali, contribuendo a definire il nostro modello di sviluppo. Super! ripercorre un secolo di profonde trasformazioni, raccontando come l’Italia sia passata da una dipendenza totale dalle importazioni a un ruolo chiave nelle strategie globali. Alessandro Lanza analizza i momenti cruciali di questa evoluzione: la visione ambiziosa di chi ha guidato il settore, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, gli shock petroliferi, le privatizzazioni degli anni Novanta e la lunga transizione verso un mercato liberalizzato, fino ad arrivare alle sfide più attuali: il cambiamento climatico, le nuove alleanze energetiche, il ruolo sempre più centrale delle rinnovabili e la corsa alla decarbonizzazione. Attraverso una narrazione chiara e ben documentata, Lanza dimostra come l’energia non sia soltanto una questione economica e tecnologica, ma un nodo strategico che intreccia potere, geopolitica e scelte cruciali per il nostro presente e futuro.
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Lìberos presenta: ARIA MOSSA
di e con Giampaolo Cassitta e Pier Luigi Piredda
in dialogo con Giuseppe Mascia, Ettore Licheri, Giacomo Bedeschi e Paolo Bellotti
Intervengono Mauro Cossiga e il Collettivo Clip
Coordina Pierluigi Rubattu

Cosa è accaduto dentro il carcere di San Sebastiano a Sassari il 3 aprile del 2000? Perché, in un luogo dove l’aria è immobile da anni, qualcosa improvvisa­mente si agita fino a diventare protesta, ri­chiesta di aiuto, disperata ricerca di una soluzione che non arriva? E cosa racconta­no quelle macchie di sangue rappreso nel­la “rotonda”, nella sala colloqui, nelle cel­le e nei corridoi? E quei silenzi provenien­ti dalle stanze del potere? Tutto parte da una lettera che arriva nelle mani di un pe­nalista, di un giornalista e della magi­stratura che decide di varcare quelle mu­ra, con determinazione. E lì dentro si sco­pre un’atroce verità: una storia dura, diffi­cile da raccontare. Una storia sbagliata.

Venticinque anni dopo, quelle voci torna­no a farsi sentire. C’è il giornalista che per primo ascoltò madri e mogli che urlavano domande e pretendevano risposte sui loro figli e mariti. C’è l’educatore del carcere di Alghero, che si trovò davanti, tra i carcera­ti, il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria e diversi poliziotti. Ci sono le testimonianze delle donne, dei detenu­ti, degli avvocati, tutti uniti dalla volontà di spezzare il silenzio e restituire dignità a chi l’ha perduta. Di voce in voce, come in un romanzo, la verità riemerge. L’aria pe­sante si muove, si trasforma, disegna un nuovo quadro che, nel ricordo, ci aiuta a comprendere.

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Milena Musu presenta “Poesie orfane. Di pestilenze, guerre, straripamenti“, edizioni Tassinari.
Dialoga con l’autrice la Prof.ssa Franca Mugittu.
Sabato 10 maggio, ore 18, alla Libreria Koinè Ubik in via Roma 137, Sassari.

 

Straripamenti. Di questo essenzialmente sono fatte le poesie di Milena Musu. Straripamenti di amore, di rabbia, di tenerezza per l’umano. Milena ha uno sguardo lucido sulle cose del mondo, quello di dentro e quello di fuori, pur osservandole da vicino, senza distacco. Sullo sfondo, i suoi luoghi, non solo abitati, ma profondamente vissuti. La valle del Setta, dove ormai da anni vive e lavora; la Francia; gli echi sempre presenti – pur se più lontani, in quest’ultima silloge – della sua Sardegna. In primo piano, la compassione per i propri simili e per tutto ciò che è vivo (memoria inclusa), nonostante gli abusi e gli stupri del potere. Alberga, in queste poesie, la dolorosa sensazione di un tempo – il nostro – impantanato e bloccato in un fango da cui tuttavia si può e si deve uscire. Non da soli, però. Perché è alla solitudine che questo tempo tenta di condannarci. E l’unico antidoto alle guerre imposte, alle pestilenze, alle offese alla natura è ricostruire un tempo collettivo, un Noi che ci scrolli di dosso i sassi e le macerie che ci opprimono il cuore.
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