Quando si dice di un poeta che “ha sentimento lieve e parla sottovoce”, è un modo educato per dire che la voce è talmente sotto, che non si sente: non parla. Poi Il Pianissimo di Sbarbaro, che invece parla – eccome, se parla – era nato come Fortissimo. Forse.

E anche Luisella Pisottu, parla. A voce alta e chiara. E fa sentire tutta la bellezza di cosa significhi trovarsi da soli ad ammirare il giorno, perché è profumato di qualcosa che conosciamo e ci fa vibrare lo stomaco di quel dolore bello che è la nostalgia e, forse, il déjà vu. La poesia di Luisella è un monologo, un fluire di pensiero: e in ciò sta la sua universalità e anche la sua democrazia. Come dire “parlo di luoghi e odori che voi tutti potete provare, trovare, ammirare”.

Non c’è autocompiacimento o irritante autoreferenzialità.E io ho ammirato: specialmente l’uso sapiente della brevità, la compostezza del ricordo e la capacità di far stormire le immagini, le parole. Come fronde, appunto.

La noce di magia di questa silloge si trova in questi versi:Esiste un ritmo, una grazia nell’assenza di parola, nelle azioni lente, che rendono tutto il senso del lavoro di Pisottu come celebrazione dell’ascolto, delle disponibilità, del silenzio.
E questo viaggio poetico è fatto proprio di silenzio e buona disposizione d’animo, in una semplicità cristallina che è propria dell’acqua, perché è sull’acquache il giorno fiorisce, alla fine.
E tutto, da complesso e intricato, si riduce ad uno.
Allora calma,  e salva.

Credo che una raccolta così bella, avrebbe meritato tutt’altra copertina, giusto per non smorzare quel fiato sospeso da lettore, quando si trova sul crinale “compro e leggo” oppure “lascio”.

Matilde Vittoria Laricchia

Luisella Pisottu – Il giorno fiorisce sull’acqua – Edizioni CFR

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