Squallida gastronomia da gastrite che offende la memoria della legalità

Danilo Sulis, presidente della Rete 100 passi, mi ha invitato a firmare una petizione su Change.Org. L’ho fatto tra le lacrime e una rabbia che non mi abbandona neanche ora che provo a schiacciare i tasti del mio pc per scrivere queste righe.

La notizia è sconvolgente, allucinante, vergognosa. In una panineria viennese, Don Panino, hanno un menu originale. I nomi dei panini sono Don Greco, Don Buscetta, Don Corleone, Don Mori, Don Falcone e Don Peppino, quest’ultimo con chiaro riferimento a Peppino Impastato.

La cosa infamante non è che Giovanni Falcone e Peppino Impastato siano nella stessa categoria di noti uomini della mafia ma le descrizioni stesse di questi panini.

Panino Don Peppino: “Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue”.

Panino Don Falcone: “il più grande rivale della mafia di Palermo sarà grigliato come un salsicciotto”.

Vittime della mafia accomunate a criminali, (in una città di alta cultura come Vienna) dentro un menu di panini indeglutibili e inguardabili. Pare che il locale sia già stato chiuso per paura di attentati. Un elogio alla mafia che ha paura delle mafie, o delle sue vittime provocate. Un capogiro che porterebbe chiunque a vomitare ancor prima di aver dato il primo morso.

Questa petizione, indirizzata al nostro Ministro Degli Esteri, Emma Bonino, non è solo da firmare, va urlata ora più che mai. Non si può lasciare impunita una superficialità che fa solo male come questa. Fa male all’Italia, fa male all’onestà, fa male alla memoria.

La ciliegina sulla torta, o meglio sul panino, è che questo locale, sul cui simbolo campeggia l’immagine stilizzata del film “Il Padrino”, è gestito da una coppia di italiani, Marco e Julia Marchetta. Marco e Julia, VERGOGNATEVI!

Quando ero bambino qui a New York per sfottere noi figli di immigrati italici, ci urlavano dietro “Compari”, oppure “Picciotti”, e io abbassavo la testa e non osavo rispondere. Ero felice invece, di essere un Fletcher. Il mio cognome inglese mi difendeva da quegli attacchi e raramente ho osato difendere l’indifendibile cultura dell’illegalità o l’immagine che di essa proveniva dal di là dell’Atlantico.

Oggi quando qualcuno dice in pubblico “Italiano Mafia Berlusconi Bunga-Bunga” mi sento offeso e allora mi presento a voce alta usando il cognome di mia madre, che più italiano non può essere.

Un’altra cosa che, più che offendermi, mi amareggia molto è che solo quarantamila persone hanno firmato questa petizione. Se avete la pagina di facebook aperta basta un click. Giovanni Falcone e Peppino Impastato ringraziano.

 

Fletch

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