Ogni volta che passo all’Emiciclo non posso fare a meno di osservare angosciato le condizioni di degrado in cui si trovano i due busti, quello minuto e quasi insignificante o invisibile di Giuseppe Garibaldi e quello maestoso di Giuseppe Mazzini.

Il busto di Mazzini è imbrattato da una vernice nera sul capo che gli conferisce una aspetto lugubre e funesto e nella base in granito che sorregge il busto sono rimasti solo dei fori, dove prima erano presenti le scritte in carattere romano “Giuseppe Mazzini” e, secondo quanto riferisce Enrico Costa, anche “Pensiero e Azione”.

La civiltà di un popolo si misura anche attraverso il decoro, nonché la buona manutenzione dei propri monumenti. Essi non solo abbelliscono le piazze e i viali, della città, ma hanno il compito di ricordare avvenimenti, opere, gesta che quei personaggi hanno compiuto e che il popolo considera degni di essere ricordati e di cui vanno fieri. Sarà anche vero, ricordando un pensiero di Brecht che “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” ma, siccome tanti eroi l’Italia lio ha avuto e continua ad averne, non vedo per quale motivo non debbano essere onorati e ricordati con interesse e rispetto.

Non dobbiamo dimenticarci di Garibaldi, sia come Padre della Patria sia come “Eroe dei Due Mondi”e non ci dobbiamo dimenticare di Mazzini che, oltre ad essere un Padre Nobile della Patria, è stato il principale fautore e precursore della Giovine Italia (1833), della Giovine Europa (1835) e Padre Costituente della Repubblica Romana (9 febbraio 1849). Giova ricordare a tale proposito come l’Unità d’Italia si sia concretizzata, secondo i Repubblicani Italiani, solo dopo il 20 settembre 1870 con la “Breccia di Porta Pia” ad opera dei Bersaglieri e la conquista di Roma tramite l’annessione dello Stato Pontificio. Per questo motivo noi Repubblicani amiamo ricordare questa data come vero inizio dell’Unità d’Italia. Lo Stato Italiano invece  ricorda e festeggia il 17 marzo 1861, proclamazione del Regno d’Italia.

Per i Repubblicani invece, la proclamazione del Regno d’Italia del 1861 da parte di Cavour e di Vittorio Emanuele II, si ritiene sia stata solo l’allargamento del Regno di Sardegna. Amo ricordare, anche se gli italiani ricordano in maniera più sfumata, la Giovine Europa, ideata da Giuseppe Mazzini nel 1835 a Ginevra che, solo dopo 185 anni, l’idea di Stati Uniti d’Europa, continua a rimanere ancora nei cassetti dei Capi di Stato  dei Paesi dell’UE, purtroppo!

Ai nostri Amministratori, mi rivolgo all’Assessorato alla Cultura in particolare, indirizzo un accorato appello affinché possa provvedere a far ripulire il busto di Mazzini, a rimettere le lettere mancanti e a rendere più decoroso il sito, restituendo ai cittadini sassaresi un monumento amato e celebrato; sin da quando lo scultore Giulianotti nel 1889, su commissione dell’allora illuminata municipalità di Sassari, scolpì quel busto, inizialmente collocato nel giardino  dell’esedra di Piazza stazione, poi “ritirato” nei sotterranei di Palazzo Ducale durante il fascismo, e infine installato al centro dell’Emiciclo Garibaldi dov’è attualmente. Non certo per far pena e compassione, ma anzi per  per essere ricordato,  apprezzato e ammirato da tutti i passanti.

Giuseppe Losito

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