Ho letto d’un fiato, come penso sia giusto la prima volta, l’omaggio che Massimo Onofri fa alla nostra isola nel suo PASSAGGIO IN SARDEGNA. Conto, prometto, necessito, spero e giuro di rileggerlo con più calma una seconda.
Poche parole, pesate, su questo libro che definire “di viaggio” da un punto di vista puramente geografico, è banalmente riduttivo. Scivolo pleonastico modestamente ma sono immodesto, e senza eccessiva enfasi mi ritrovo comunque ad affermare che quello di Onofri è un viaggio dell’anima ed allo stesso tempo un viaggio pratico. Per chi conosce i luoghi è come un ripasso, per chi non c’è mai stato è pura evocazione. Bello. Punto. Un libro che andrebbe inserito nella nostra personale lista dei libri che ogni sardo e ogni amante della Sardegna dovrebbe leggere.
Nostra pluralis maiestatis. Omissis.

Passiamo dunque alla parte spinosa, come certi carciofi su cui adagiare la bottarga grattugiata: Onofri è docente di critica letteraria e così ci permettiamo di condire di critiche il suo testo, come quella stessa bottarga ma a fettine sottili, almeno sul pomodoro, non sul sedano però. Egli si scusa al principio per non aver immediatamente compreso che la Sardegna avrebbe potuto cambiarlo. In certi passi del suo passaggio pare quasi che quest’Isola abitata da tutti i venti lo comprenda perfettamente e venga da lui capita.
Ma non è così. Onofri non è ancora stato del tutto adottato ed è giusto che sia, così come mai comprenderà davvero la Sardegna, e ancora forse neanche un sardo potrà mai comprendere davvero ed appieno la Sardegna nella sua profonda, selvaggia e selvatica identità. Questo gli lascia meravigliosi dubbi e domande, curiosità e voglia di esplorare.

La forza di questo libro è dunque paradossalmente nei suoi piccoli “difetti”, nei suoi respiri, nelle sue pause musicali. Le sue mancanze sono le cose non dette, quelle intuite, le pause tra una nota e l’altra in una sonata al pianoforte; con le note non se la cava meglio di molti e morti artisti, ma è l’intervallo tra i tasti bianchi e neri, è lì che risiede l’arte; Arthur Schnabel sarebbe orgoglioso, fiero e tronfio; e in questo scritto c’è talvolta tutta la Sardegna autentica vista dagli occhi di un figlio della Tuscia tornato secoli dopo sulla terra delle vecchie dominazioni. Lo fa inconsciamente, Onofri, ma anche apposta; è uno di quei figlioli mai andati via. Certi profumi restano, e così ancora Onofri, paraculescamente e magnificamente imbandisce la tavola, descrivendo piatti, gusti, posti, muovendosi tra i piatti da autentico gourmant, anche quando parla di pizza. Parte dalla Margherita per poi aggiungere cipolle di Tropea, antunna selvatica, taleggio, pancetta coppata; il tutto naturalmente aggiunto a fine cottura e annaffiato da una birra Ichnusa cruda o da un Costamolino di Argiolas. Che appetito…

Quando un autore mi piace mi piacerebbe cucinare per lui. Cucino bene io. Sono stato iscritto all’associazione professionale cuochi italiani, ho vinto vari premi e dovevo andare a fare masterchef. Il mio egotismo è sazio. Ora ho riordinato casa e sono pronto.
Massimo, anche il mio caffè è buonissimo.

Del resto l’autore conosce ricorsi letterari, figure retoriche e dosa la sua semantica da vero esperto della narrazione. Fluido, ironico, allusivo, mai noioso, condito da quel tocco di romance che fa più romanticismo che romanzo. Un atto d’amore verso l’Isola che ha dunque solo parzialmente ma definitivamente adottato quest’uomo etrusco, ammantato di fascino dentro e fuori, al quale dire GRAZIE per poi obbligarlo però a sedersi, bere mirto e fargli dire la verità. E sentirsi raccontare un’altra volta le stesse cose, tutto da capo.

Tanto altro in più, da lasciare al lettore curioso, tanto stile curato e ricco di senso, come i nomi di tutti coloro che sfiorano il protagonista, l’autore stesso, carico del giusto narcisismo per restituire credibilità agli eventi. Il titolo è perfetto, si tratta proprio di passaggi, pennellate, sperando che la memoria resti fedele, senza che sia necessaria una seconda mano.

Luca Losito

 Massimo Onofri – Passaggio in Sardegna – Giunti Editore

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