Te lo avevano raccontato che arrivavano improvvisamente, persino timidi, materializzandosi da un mondo frammentato di lunghi silenzi. Poi tu lo scorgi davvero apparire sulla pagina del tuo social preferito, che ti chiede la tua amicizia, cosicché tu possa barattare quel tuo minimo click con la promessa di un vantaggio relazionale. In effetti stenti a credere che si tratti proprio di quel famoso politico lì, ma ne hai la conferma scorrendo a fondo il suo profilo, da quelle sue pose così rassicuranti, incorniciato dal simbolo partitico che lo ha elevato a vera e propria star del panorama politico nazionale. Allora prendi il coraggio ed osi persino abbozzare un timido “Grazie”, senza però osare inserire alcuna faccina, come avresti fatto per il tuo vicino di casa o per il vecchio compagno di scuola alla medesima richiesta di contatto. Ti senti fieramente importante. Ora sei entrato anche tu nel suo club, sei tra quelli che contano veramente. Lo senti che i tuoi amici, quelli del mondo reale, rosicheranno per quel fatto, e ciò ti rende dannatamente orgoglioso. Stai già pensando a quando invierai a lui il primo messaggino, magari per condividere qualche suo post, oppure, quando ci sarà l’occasione, addirittura potrete incontrarvi di persona a qualche evento sociale. Del resto avresti un mucchio di cose da segnalargli, consapevole che il suo diretto interessamento potrebbe risolvere ogni problema, se solo lui lo volesse.
Al lavoro ti accorgi che i tuoi colleghi ti guardano già con uno sguardo diverso, prestano più attenzione ai tuoi interventi ed il capo ufficio, beh, anche i vostri rapporti sono migliorati parecchio da allora. Quando avrai ancora più confidenza con il tuo nuovo amico gli chiederai di venire a trovarti in ufficio, e a quel punto già immagini le espressioni di stupore di Loi e di Manca, quelli che ti hanno sempre dato del cretino davanti agli altri colleghi, che hanno sempre parlato male di te persino con il Direttore. Per questo motivo sai di non avere mai fatto carriera lì dentro, mentre gli aumenti di stipendi andavano sempre a quei due, buoni solo a sconfessare chiunque avesse un minimo di talento. Così a quelle elezioni non solo lo hai votato, ma hai fatto per lui anche dello sfacciato proselitismo, per poi renderlo al corrente di quella attività elettorale. Lui ti ha risposto con una faccina allegra, anzi addirittura con tre. Lo hai capito anche da quel piccolo gesto che lui è una persona democratica, diverso da quei fossili della politica che quando li incontri per strada camminano con aria svagata. Di lui ti piace il sorriso. Molti dicono che sia un po’ troppo giovane per fare politica, che prima o poi cadrà come tutti, che il sistema se lo inghiottirà. Ma tu non credi a quelle malelingue.
E’ per questo che la domenica del voto hai recuperato persino tua madre ottantenne dalla casa di riposo portandola a votare per lui. “Grazie” le hai detto dandole un bacio all’uscita del seggio, mentre la riportavi indietro, dandole arrivederci a chissà quando. Tua moglie invece si è rifiutata di votare per lui. Dice che ha idee diverse. Tu così hai cercato di convincerla, sostenendo che le ideologie non esistono più, che piuttosto che il simbolo sia necessario scegliere la persona. Lei ha vacillato quando le hai prospettato che il mio amico avrebbe potuto trasformare quel suo misero contratto precario in uno definitivo, perché faceva parte del suo programma elettorale. Era quasi fatta. Ma poi si è rintanata nel suo abituale pessimismo e ti ha risposto che non sarebbe nemmeno andata a votare.
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Poi lui è stato eletto. Hai esultato come un bambino allo stadio, da solo, in silenzio. Nessuno potrebbe capirti. Non hai potuto tenere a freno quella felicità e perciò, cozzando con la tua endemica riservatezza, gli hai inviato un poke con il pollice in su. Nessuna risposta. Hai pensato che stesse festeggiando con il suo entourage e così non avesse avuto modo di replicare. Ma più passava il tempo e più quel poke se ne restava immobile sullo schermo, orfano di una replica qualsiasi. Cosicché lui è andato a Roma, primo tra gli eletti del suo partito. Intanto al lavoro pian piano le cose hanno cominciato a cambiare in peggio. L’effetto spumeggiante delle elezioni è rapidamente evaporato. L’azienda è entrata in una profonda crisi. Il Direttore è stato trasferito al Sud dell’isola. Il capo ufficio è stato licenziato in tronco. Loi e Manca invece si sono miracolosamente salvati, si sussurra, per amicizie influenti. A te è arrivata invece la lettera, quella brutta. Così hai preso coraggio e gli hai inviato un messaggio di aiuto. E’ stato allora che hai capito che lui ti aveva levato l’amicizia dal social. Eppure tu ne eri certo che si fosse trattato di un problema tecnico: del resto lo avevano scritto che proprio quel social aveva cambiato gli algoritmi di preferenza. Tua moglie ti ha lasciato per un collega più giovane di dieci anni. Nel frattempo hai saputo che anche lui ha avuto dei problemi, con la giustizia perché qualcuno lo aveva denunciato di avere intascato una tangente. E’ finito in carcere qualche mese. Poi è ritornato nuovamente al suo posto, promosso ad un ruolo di vertice al Parlamento. Quell’episodio ti ha dato fiducia nelle istituzioni, dimostrando come la giustizia funzioni nel tuo Paese, contrariamente ai disfattisti ed ai qualunquisti. In seguito il tuo social preferito deve avere aggiornato l’algoritmo, e finalmente lui si è rifatto vivo. Ti ha chiesto persino scusa per l’incidente. Gli hai risposto che ti dispiaceva per quel fattaccio che gli era accaduto, ma che tu non avevi mai avuto alcun dubbio sulla sua onestà…………….
Oggi ti ha chiesto di aiutarlo alle prossime elezioni, che conta sul tuo supporto e su quello dei tuoi amici. Tu hai deciso che ti darai da fare, come al solito, perché è una persona perbene, che potrà aiutare te, quando ne avrai bisogno. Perché sono le persone a contare, non certo i partiti. Lo avevi sempre ripetuto anche a tua moglie. Ritornerai da tua madre lì alla Casa di Riposo e la porterai al seggio. Senti che la tua vita prenderà una piega diversa. Perché lui è tornato ed ha un progetto straordinario. Ecco perché ora ti senti, finalmente, felice.

Andrea Deiana

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